RIASSUNTO DEL ROMANZO STORICO CAMPIGOLETTI,
LE VOCI DELLA NOTTE
La pagina della Grande Guerra era definitivamente chiusa solo per i caduti. Faceva parte della
generazione uscita vittoriosa dalle trincee per poi scoprire che avevano perso la nazione. Gli echi
malsani dalla sentina della retrovia si erano trasformati dopo l’armistizio in proclami di imbonitori
che promettevano la scalata al cielo. L’ufficiale ferrarese Duilio Aleotti, come tanti reduci, aveva
imparato a distinguere il falso dalla realtà in quel tempo sospeso della vita di trincea. Guardando lo
spettacolo di quelle piazze capì che il fiume di fuoco della guerra aveva diviso ruggendo il fronte
dalle case lontane e la patria dalla nazione. Tante maschere adesso giacevano strappate a terra
lasciando i demagoghi e mentitori spogli nelle loro menzogne. Si era ritirato in silenzio ma il volto
nello specchio gli rimandava uno sguardo sconcertante circondato dal rossore delle cicatrici. Si
sentiva sull’orlo di un labirinto dalle pareti sottili, confinante con la follia.
Doveva affrontare le contraddizioni seguite all’armistizio e la negazione del sacrificio vissuto.
Quattro lettere sono l’impulso per questo veterano dei bombardieri per avviare la ricerca di un
caporale disperso sul vecchio campo di battaglia del Campigoletti dove trincee, camminamenti e
caverne sono un portale tra le parole delle varie versioni e la realtà di quelle dure ore di battaglia
capaci di trasfigurare la montagna e la vita dei superstiti. Oscurato dalla presenza della sorella
maggiore, l’Ortigara, quella cresta nasconde le sue storie di guerra legate alle grande offensiva del
giugno 1917 ed il suo ruolo giocato in quelle difficili ore. La nuova guerra aveva generato il loro
paesaggio oltre a modellare gli eserciti destinati a viverci e morire tra melma, roccia e fuoco.
Gli scritti di un generale con i suoi dubbi, del cappellano militare convinto della sua missione, del
reduce folle rinchiuso in un manicomio, dell’antico avversario austriaco sono come i chiodi
abbandonati dalla tempesta della storia. In apparenza arrugginiti e senza scopo ma a lui servono
come appiglio su cui innalzare i brandelli di un’unica bandiera che in tanti si sono lasciati alle
spalle. Per lui esiste e sventola ancora, anche se il buio sembra avvolgere tutto. Lui ha la
sensazione di essere rimasto solo a guardare verso la luna che si leva oltre la prigione di tenebre alla
ricerca di un raggio di luce. Ogni parola testimonianza diventa il tuffo della rana nello stagno: la
superficie della versione ufficiale si increspa generando nuovi cerchi di dubbio e ricerca.
Seguendo quelle onde non sa cosa troverà ma il cammino tra i ricordi diventa un’inaspettata
riscoperta del proprio essere: nel silenzio bisogna andare, quando il vento tace e la maschera della
montagna si nasconde dietro tante versioni. Per ridare un senso ad un presente drammatico si deve
rispondere alla chiamata del passato per restituire dignità alla memoria di uno scomparso.
Confrontandosi con ricordi in apparenza slegati destinati a riunirsi dove chi l’ha preceduto nello
spazio tra vita e morte, o al di là di entrambi.
Per informazioni scrivere a Lorenzo Cappellari