Monografie: Celso Onorio Paruscio



disperso_in_tempo_di_pace_piatto_bassa Celso Onorio Paruscio nacque a Castelfranco Veneto (Tv) il 24 Dicembre 1882. I genitori erano Giovani Paruscio, di anni 34, e Libera Costanza Azzolini. Il padre Giovanni prestava servizio nei Reali Carabinieri. Celso ebbe una sorella, Giuseppina, la quale conservò con estrema cura tutto quello che riguardava la vita di Celso, facendolo arrivare fino ai giorni nostri.

La famiglia di Celso si trasferì poi nella cittadina di Belgioioso (Pv). Celso si diplomò nel 1900 presso la scuola Tecnica di Sondrio. Iniziò poi a lavorare nel settore del commercio dei cereali. Il 12 Luglio 1916 iniziò l’esperienza militare nel 5° Reggimento Alpini “Tirano” di stanza a Tirano in provincia di Sondrio.
Terminata l’istruzione, il 14 Settembre 1916 fu nominato SottoTenente e destinato al servizio di prima nomina nella milizia territoriale. Presterà quindi servizio a Brescia nel 42° della brigata Modena, per poi passare, il 13 Agosto 1917 alla 1091a Cmp. Mitragliatrici Fiat ed inviato in zona di guerra, aggregato al 30° Reggimento Fanteria della Brigata “Pisa”.

Celso intrattenne una fitta corrispondenza con la famiglia ed in particolare con la sorella Giuseppina. Nelle lettere descrisse, con dovizia di particolari, la vita al fronte. Non mancava inoltre di chiedere dettagli ed inviare richieste inerenti la sua professione nella vita civile.

La Brigata “Pisa”, quando Celso entrò a farvi parte il 31 Agosto 1917, era schierata nella zona di Gallio, sull’Altopiano di Asiago. Nei primi di Novembre la pressione delle forze austro-tedesche si fece sempre più forte e la “Pisa” arretrò su posizioni meglio difendibili, sulla linea Cima Echar - Costa Lunga - M. Valbella – Zaibena - il Buso. Rimarrà in questo settore fino al trasferimento sul Montello per partecipare alla Battaglia del Solstizio, nel Giugno del 1918.
Celso, purtroppo, cadde vittima, con altri soldati, di un bombardamento il 1° Dicembre 1917, nei pressi di cima Echar, mentre in trincea sovraintendeva alla distribuzione del rancio.
Nel fondo sono presenti numerosi documenti attestanti le circostanze della sua morte: certificati della compagnia, atti di morte, ecc. In particolare si può leggere una cartolina postale dove il cappellano della compagnia informava la famiglia circa il riconoscimento della salma, le onoranze funebri e la tumulazione di Celso nel cimitero degli artiglieri presso Cima Echar.

Già dal 1921 piccolo cimitero era stato dismesso e con ogni probabilità i Caduti erano stati traslati nei grandi cimitero di Gallio.
Da qui poi sarebbero stati inumati nel Sacrario di Asiago. Durante queste riesumazioni andarono smarriti i segni distintivi posti sulle salme. Il povero Celso, quindi, potrebbe essere finito tra i militi ignoti del Sacrario di Asiago. Le ricerche fatte dalla famiglia nella zona di Asiago non portarono a nessun risultato. Sono state inoltrate richieste all’Onorcaduti del Ministero della Difesa che hanno portato all’acquisizione di altri interessanti documenti. A Celso, dopo la morte venne concessa la medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 e la croce al merito di guerra.
Il presente libro vuole descrivere la vicenda umana e militare di Celso Paruscio, rimarcando soprattutto l’importanza della conservazione della memoria.

La famiglia di Celso ha dimostrato grande amore nei confronti del proprio congiunto conservando gelosamente tutto quello che lo riguardava. I documenti sono in condizioni perfette e meritano di essere portati alla conoscenza di quanti coltivano la passione della ricerca storica.
Portando a compimento questo progetto editoriale ci sembra di restituire alla famiglia un più concreto ricordo di Celso, ricordo che si sarebbe mantenuto più vivo se lo stato italiano non avesse negato ad un suo Caduto una degna sepoltura. Purtroppo questo è stato il destino di tanti nostri soldati, letteralmente scomparsi durante la Grande Guerra, e che solo la volontà e l’amore delle famiglie, attraverso l’aiuto di associazioni come la “Pico Cavalieri”, mantiene presenti nella memoria e nel ricordo.

Con questa pubblicazione si ricostruisce così una importante microstoria comune al destino di tanti soldati, dimenticati dalla “grande” Storia.